Il futuro di Santo Stefano inizia alla fine di questa estate. A luglio si concluderanno i lavori di messa in sicurezza, a settembre sarà inaugurata una mostra sulla storia del Panopticon che presenterà il progetto di recupero e valorizzazione dell’ex ergastolo di Santo Stefano in Ventotene. L’esposizione illustrerà anche la definitiva funzionalizzazione delle aree destinate al museo e alla scuola di alta formazione. Quest’ultima, dopo le necessarie gare d’appalto, prenderà il via a fine 2025 sotto la direzione di Invitalia, soggetto attuatore del Contratto istituzionale di sviluppo Santo Stefano. È la tabella di marcia immaginata dal Commissario del governo Giovanni Maria Macioce, descritta nel corso di un sopralluogo svolto sull’isolotto con i funzionari della Direzione Generale Musei del Ministero della Cultura.
“Presto potremo rivivere la storia dell’ex carcere borbonico all’interno di un contesto museale che ne rispetta la grandezza storica, rendendo omaggio all’unicità del Panopticon, straordinario gioiello architettonico situato sull’isola di Santo Stefano”, ha ricordato Macioce. Nel frattempo, in attesa del completamento del percorso museale definitivo, sarà possibile fruire di un’area già predisposta, dove sarà allestita una mostra che, secondo le intenzioni della struttura commissariale, dovrebbe aprire a settembre. “Siamo convinti, insieme alle amministrazioni del Tavolo istituzionale permanente (Tip), che dopo nove anni dall’avvio del progetto sia fondamentale inviare un segnale chiaro: qualcosa sta accadendo. Noi stiamo facendo lavori molto impegnativi dal punto di vista strutturale ma che ‘non si vedono’: può sembra tutto statico quando invece si sta lavorando molto, le aree del Panopticon e dello struggente cimitero sono state messe in sicurezza e possiamo quindi ora cominciare a progettare la ristrutturazione dell’intero Complesso. In alcune delle aree già messe in sicurezza allestiremo da settembre una mostra che racconterà il Progetto, da dove si è partiti e dove intendiamo arrivare; si illustrerà poi la storia del carcere, come è stato costruito e da chi, dove e come vivevano i detenuti. Sarà una mostra dal taglio emozionale, anticipatrice dei temi che, in maniera più estesa e approfondita, confluiranno poi nel progetto curatoriale del Museo”, ha sottolineato il Commissario.
Tra gli obiettivi del progetto c’è anche la creazione di un museo e di una scuola di alta formazione, con l’intento di restituire alla memoria collettiva la storia della cultura carceraria e della concezione della pena. “Il percorso museale permetterà di approfondire le origini dei sistemi penali. È prevista anche una sezione dedicata alle peculiarità ambientali, con uno spazio dedicato all’area marina protetta e alla vita del mare di Santo Stefano e Ventotene, oltre a un’altra sezione sull’ornitologia. In aggiunta, realizzeremo una sezione focalizzata sull’Europa, con il supporto dei nostri partner – ha spiegato Macioce – Attualmente, sono 21 le istituzioni culturali e università che hanno firmato un accordo per produrre contenuti e organizzare iniziative culturali proprio a Santo Stefano”.