Per permettere agli autori di conoscere in profondità la sua storia l’Associazione per Santo Stefano in Ventotene, promotrice del festival, organizza ogni anno una visita nei luoghi del confino con lo storico Anthony Santilli e una sull’isolotto di Santo Stefano, nell’ex carcere borbonico, dove è in corso un progetto di recupero e valorizzazione finanziato dal governo e coordinato dalla Commissaria straordinaria Silvia Costa, che ha salutato gli organizzatori e il pubblico di Gita al Faro: “Abbiamo deciso di trasformare questo luogo di oppressione e di dolore, ma i contenuti devono venire prima del contenitore. Ho visto tante volte contenitore recuperati in modo meraviglioso ma svuotati. Noi abbiamo un’idea molto precisa: abbiamo già fatto un progetto espositivo museologico e ci saranno almeno cinque residenze artistiche, che permetteranno uno scambio tra Santo Stefano e Ventotene, riprendendo questa vita che legava le due isole anche attraverso la scrittura, l’arte e la musica”.
Gli ospiti del festival l’ultima sera (quest’anno, sabato 25 giugno) leggono i loro racconti nel giardino comunale di Ventotene, alla luce intermittente del faro, accompagnati dal pianista e compositore Matteo Rossi. Gianrico Carofiglio ha scritto per l’occasione una riflessione sul tema della scelta. Lo scrittore irlandese William Wall racconta una storia d’amore nata sull’isola con lo scoglio di Santo Stefano sullo sfondo. L’inedito di Vincenzo Latronico parte dalla condizione di chi soffre di insonnia, mentre quello di Francesca d’Aloja ricostruisce la storia della famiglia di Luigi Settembrini, detenuto nell’ex carcere borbonico di Santo Stefano. La storia scelta da Edoardo Albinati è l’avventura di un adolescente in una notte passata in spiaggia, al chiaro di luna. Chiara Tagliaferri scrive di come Ventotene sia stata da subito luogo di relegazione per le donne e come altre donne abbiano invece fatto la sua storia. Racconta del coraggio di Ursula Hirschmann e Ada Rossi, che portarono sul continente il Manifesto di Ventotene e contribuirono a diffonderlo.
Questi sei scrittori sono stati preceduti da autori di best seller, dai vincitori dei più importanti premi letterari ma anche da esordienti: Stefano Bartezzaghi, il maestro delle parole che ha realizzato un cruciverba con le definizioni legate a Ventotene, Stefania Auci, Nicola Lagioia, Michela Murgia, Maurizio De Giovanni, il fumettista Zerocalcare che sull’isola ha disegnato delle tavole per raccontare la storia dell’anarchico Gaetano Bresci, o Veronica Raimo, vincitrice quest’anno del Premio Strega Giovani. I nomi di questi scrittori e scrittrici, insieme a molti altri, ricordano che – come ha fatto notare Francesca Mancini durante la presentazione dell’antologia – non esiste un luogo, in Italia o nel mondo, che abbia così tanti sguardi come Ventotene.
“Qui, su quest’isola attraversata da duemila anni di storia, la letteratura trova la sua libera e autentica ispirazione. Il festival ha voluto ricreare tra gli autori quella dimenticata ‘società letteraria’ che era il segno più chiaro del ruolo che agli intellettuali veniva assegnato”, con queste parole le ideatrici del festival raccontano la magia di una settimana di fine giugno, che – anno dopo anno, da undici anni – trasforma Ventotene nell’isola delle storie.
Giulia Ciancaglini