Associazione per Santo Stefano in Ventotene ONLUS

L'incontro con Silvia Costa. Le idee e le proposte dell'Associazione

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L’incontro con Silvia Costa. Le idee e le proposte dell’Associazione

Il Commissario straordinario Silvia Costa in collegamento su Zoom

Lโ€™Associazione ha organizzato un incontro sulla piattaforma zoom, per condividere con il Commissario straordinario Silvia Costa spunti e idee per il progetto di recupero e valorizzazione dellโ€™ex carcere di Santo Stefano in Ventotene e per ascoltare da lei lo stato dei lavori. Oltre a molti soci, al collegamento hanno partecipato diversi esperti: professori universitari, artisti, museologi, architetti, giornalisti e rappresentanti di istituti e associazioni interessati al progetto.

โ€œIl Commissario in poco tempo ha giร  fatto molto, per diversi anni siamo passati da momenti di grande entusiasmo ad altri di cocente delusione. Ma mai come ora siamo fiduciosi, anche grazie alla sua determinazione e alle sue capacitร โ€, ha detto il presidente dellโ€™Associazione per Santo Stefano in Ventotene Guido Garavoglia, introducendo lโ€™intervento di Costa e quelli propositivi, subito dopo, di Pier Vittorio Buffa, Cristina Da Milano, Gianni Bonvicini e Francesco Collotti. L’incontro รจ stato moderato da Bruno Manfellotto.

Il punto di Silvia Costa

Il Commissario straordinario del governo ha ricordato le tappe dellโ€™ambizioso progetto di recupero. โ€œNel 2016, con il governo Renzi, fu lanciata lโ€™idea di recuperare questo straordinario carcere. Ma fin da subito ci sono stati dei ritardi nellโ€™accordo di programma, che quando sono arrivata non era stato ancora siglatoโ€, ha detto. Poi ha raccontato il rischio, concreto e non del tutto sventato, di perdere i 70 milioni di euro che sono stati investiti nel progetto. โ€œDa parte del precedente governo, cโ€™รจ stato un invito a ripensare gli investimenti: si รจ pensato di ridurre o addirittura togliere del tutto le risorse โ€“ ha spiegato Costa – Ma per fortuna questa cosa non รจ andata in porto e lo slancio del nuovo governo e di associazioni come la vostra ha fatto sรฌ che si arrivasse alla nomina di un commissarioโ€.

Non sono state perse le risorse del 2020, ma รจ rimasta aperta unโ€™interlocuzione con il ministro per il Sud e la coesione territorialeย Giuseppe Provenzano, perchรฉ se non vi saranno impegni giuridicamente vincolanti entro dicembre 2021 una parte delle risorse potrebbe ancora andare perduta. โ€œLo dico per parlare chiaro e perchรฉ mi sento molto responsabile in quanto commissarioโ€, ha specificato Costa.

Proprio per la necessitร  di muoversi con velocitร , il Commissario non ha aspettato che finisse lโ€™emergenza sanitaria per procedere con il lavoro. โ€œPoco dopo la mia nomina, ho fatto una missione di sopralluogo a Santo Stefano con dei tecnici e con il Comune di Ventotene per avere delle precise evidenze della situazione attualeโ€.

Anche lโ€™accordo tra Mibactย e Invitalia รจ stato ripreso in mano, firmato e presentato il 4 giugno alla prima riunione delย Tavolo istituzionale presieduto da Silvia Costa. Un gruppo di lavoro tecnico interistituzionale sta anche lavorando sul problema degli approdi, โ€œanche se รจ complicato perchรฉ si tratta di unโ€™area marina protetta e contemporaneamente di una riserva naturaleโ€, ha ammesso il Commissario. Entro gennaio 2021 dovrร  essere avviato la procedura di appalto per i lavori di messa in sicurezza che non riguarderanno soltanto la parte storica dell’ex carcere. Subito dopo verrร  avviato lo studio di fattibilitร , individuando le opzioni, le attivitร  e le modalitร  di questo progetto. Si pensa di lavorare in tre direzioni: storico-culturale, ambientale ed europea nell’ottica di un progetto integrato e multisciplinare che va nella direzione auspicata anche nelle proposte dell’Associazione.

“Voi avete avuto una capacitร  di lettura e di prospettiva che riunifica le due isole. Avete da sempre individuato in modo articolato e interdisciplinare le proposte e il vostro รจ stato un contributo prezioso”, ha detto il Commissario, riferendosi al continuo confronto con l’Associazione.ย “Io ho avuto un incarico di un anno, rinnovabile per un altro anno – ha spiegato – il mio dovere รจ quello di dare un grande impulso al progetto e di coordinare le istituzioni statali, e anche non statali, offrendo una bussola per coinvolgere tutte le realtร  possibili”.

Il carcere e la sua storia

Il progetto vuole valorizzare la storia dellโ€™isola di Santo Stefano, strettamente legata al quella dellโ€™ex carcere. Pier Vittorio Buffa, giornalista, scrittore e nel direttivo dellโ€™Associazione, ha proposto tre possibili percorsi per condividere con i visitatori quello che Santo Stefano rappresenta e ha rappresentato.

I primi due riguardano la storia del carcere. โ€œPerchรฉ รจ nella storia che risiede la grandezza di questo carcere”, ha detto. Un itinerario che mostri come la struttura e lโ€™architettura si siano trasformate nel corso degli anni e uno che rappresenti lโ€™evoluzione del concetto di pena. โ€œBisognerebbe partire dai racconti di Luigi Settembrini che รจ il piรน grande testimone delle pene corporali inflitte allโ€™interno della struttura panottica, arrivando allโ€™esperienza di Eugenio Perucatti, che trasformรฒ il carcere facendolo diventare una sorta diย  cittadella di redenzione. Questa trasformazione si puรฒ visualizzare soltanto a Santo Stefano in modo cosรฌ preciso e plasticoโ€, ha spiegato Buffa.

Il terzo percorso dovrebbe mettere chi visiterร  il carcere restaurato nella condizione di rivivere quello che hanno vissuto le persone che sono state detenute lรฌ, come รจ stato fatto con modalitร  molto semplici ad Ushuaia, la Santo Stefano degli argentini.

Secondo Pier Vittorio Buffa, bisogna evitare di creare un museo, che rischia di essere statico e fermo. โ€œLa mia idea รจ quella di fondare un Centro europeo di documentazione e ricerca intestato a Eugenio Perucatti, incardinato a Santo Stefano ma collegato a Ventotene anche per motivi pratici, per compiere studi e ricerche sulla detenzione in Italia e nel mondo e gestire e studiare il prezioso archivio dell’ex ergastolo. Io forse sono uno dei pochi ad averlo visto negli ultimi anni e credo che dovrebbe essere valorizzato e reso accessibile, perchรฉ nasconde moltissime storie di detenzioneโ€.

Silvia Costa ha accolto con entusiasmo lโ€™idea di intestare a Perucatti una parte del progetto di recupero: โ€œLa sua esperienza rappresenta unโ€™eccellenza straordinaria che ha anticipato di 25 anni la riforma carceraria italiana, che a sua volta รจ stata innovativa. Non a caso, si narra di spedizioni di svedesi che arrivavano per osservare il lavoro di Perucattiโ€.

Unโ€™esperienza โ€œmultiโ€

Cristina Da Milano, presidente di ECCOM, Idee per la Cultura e nel direttivo dellโ€™Associazione, ha posto lโ€™attenzione su tre elementi chiave per perfezionare lโ€™esperienza di visita del carcere restaurato: multidimensionalitร , multidisciplinaritร  e multisensorialitร .

Nel primo caso, si pensa a un progetto che sia al tempo stesso locale, nazionale ed europeo. โ€œQuesto รจ possibile sia dal punto di vista geografico che a livello culturale e sociale, per lo spirito europeo di evoluzione del concetto di pena e di detenzioneโ€, ha spiegato Da Milano. Con il termine multidisciplinarietร  si vuole invece indicare la fusione e lโ€™armonizzazione di elementi sociali – come le storie dei suoi detenuti – e naturalistici con quelli architettonici e storici.

โ€œDobbiamo sempre tenere presente che lโ€™esperienza di un percorso di visita e di conoscenza รจ unโ€™esperienza personale e fisicaโ€, ha aggiunto. Ed ecco la multisensorialitร : la modalitร  proposta per rendere tutti questi contenuti fruibili, attraverso unโ€™esperienza fisica, da persone di origini e target diversi, attraverso i cinque sensi e le nuove tecnologie. โ€œUn ruolo importante potrebbe essere anche quello virtuale โ€“ ha aggiunto la museologa – Non come simulazione pura e semplice di unโ€™esperienza, ma come ampliamentoโ€. Non si immagina per la struttura dellโ€™ex carcere di Santo Stefano un semplice polo museale ma un luogo di incontro innovativo e anche il Commissario Costa ha detto: โ€œAnche io eviterei la parola museo, cerchiamo qualcosa di piรน creativo e che dia lโ€™idea di tutto questoโ€.

La questione europea

Lโ€™ex carcere di Santo Stefano ha un legame stretto con lโ€™isola di Ventotene, patria del manifesto “Per un’Europa libera e unita”. Gianni Bonvicini, ex direttore dell’Istituto affari internazionali e vice presidente dell’Associazione, ha ricordato che lโ€™iniziativa del governo Renzi ha anche il nome dellโ€™Europa e per questo, secondo lui, bisognerebbe coinvolgere gli stati membri nel progetto. “Non รจ necessario che siano tutti i 27 Stati membri, ma prima di tutto si potrebbero offrire alcune celle, una volta restaurate e riportate alla dimensione originale, perchรฉ ciascun paese possa ideare al suo interno un percorso che riguardi le ragioni che hanno condotto i singoli paesi ad aderire al progetto europeo”, ha detto. Una cella per ogni Stato: un’idea che, anche secondo il Commissario Costa, รจ molto suggestiva.

Bonvicini ha avanzato anche un’altra proposta: offrire a giovani studiosi e professori di materie europee la possibilitร  di passare qualche settimana tra Santo Stefano e Ventotene per fare ricerca e scrivere, per esempio, la parte conclusiva di un libro o di un saggio in un ambiente tranquillo che possa ispirare il loro lavoro. Silvia Costa ha commentato: “La parola โ€˜ricercaโ€™, senza elitarismo nรฉ riduzionismo, cโ€™รจ eccome nel progetto. Cosรฌ come la parola scuola, perchรฉ puntiamo anche a un turismo storico-culturale”.

“In piรน, i funzionari nazionali e i rappresentanti delle istituzioni europee potrebbero venire sullโ€™isola per incontrarsi e studiare insieme iniziative politiche per il futuro dellโ€™Europa โ€“ ha aggiunto Bonvicini โ€“ ma per rendere questโ€™idea realizzabile dobbiamo allacciare il progetto di recupero a una rete europea e avere alcuni strumenti”. Tra questi, le tecnologie di comunicazione e la rete sullโ€™isola e la possibilitร  di pernottare sul luogo, magari per un breve periodo a Santo Stefano. E anche sulla residenzialitร  il Commissario ha accolto la proposta di Bonvicini: “Stiamo pensando a una residenza per artisti, partendo proprio dallโ€™iniziativa, promossa dallโ€™Associazione per Santo Stefano in Ventotene del Festival letterarioย Gita al faro“.

Costa, sullโ€™inserimento del progetto in una rete piรน europea, ha anche ricordato che il sindaco di Ventotene Gerardo Santomauro presenterร  richiesta perchรฉ il Comune ottenga lโ€™European Heritage Label, il marchio europeo del patrimonio culturale come luogo simbolico della creazione dellโ€™Europa attuale. “Potrebbe succedere proprio nel 2021 โ€“ ha aggiunto il Commissario – a distanza di ottanta anni dalla stesura del Manifesto di Ventotene”.

Le modalitร  per il restauro architettonico

A parlare delle modalitร  pratiche per il restauro della struttura รจ stato Francesco Collotti, professore di Composizione architettonica all’Universitร  di Firenze e architetto. “Secondo me, in casi come questo, il documento ha piรน valore del monumento. Per questo non dovremmo scegliere una sola epoca ma riuscire a raccontare la sequenza storica โ€“ ha detto lโ€™esperto che si รจ occupato anche del restauro di altri siti molto simili allโ€™ex carcere di Santo Stefano come il Forte Belvedere di Lavarone (Trento) – Dove non riusciamo a farlo fisicamente, dobbiamo sfruttare le tecnologia virtuali”.

Lโ€™architetto ha individuato anche i rischi pratici. “Usualmente chi si occupa come manutentore unico, in questo caso Invitalia, ha un approccio diverso โ€“ ha spiegato Collotti – Noi dobbiamo considerare che la messa in opera della memoria e il progetto architettonico non sono mai neutrali rispetto alla storia che si vuole raccontare”. Secondo Collotti, in questa fase รจ importante essere molto veloci,ย redigere un corposo documento progettuale che comprenda giร  le modalitร  e indire un concorso a procedura ristretta. “Dobbiamo invitare quei cinque o dieci studi di architettura che negli ultimi dieci anni, in Europa, hanno costruito almeno tre musei e ne hanno progettati da cinque a dieci – ha detto l’architetto – In questo modo andiamo a fare un’operazione di alto profilo, ma perchรฉ questi studi partecipino, bisogna dare una sorta di dotazione economica. Cosรฌ io ho fatto il recupero del centro storico di Francoforte”. Secondo l’architetto, la strada del polo multifunzionale sarebbe quella da percorrere e soltanto a queste condizioni sarร  possibile monitorare davvero lโ€™esito dei lavori.

Il Commissario Costa si รจ trovato dโ€™accordo su queste modalitร : “Dobbiamo rivolgerci a un target selezionato dei possibili attuatori del progetto, e puntare a chi ha giร  lโ€™esperienza. So bene quali sono i rischi e non possiamo permetterci di fare cose banali”.

Sul progetto sono intervenuti anche Mario Leone e Franco Corleone. Mario Leone, vicedirettore dell’Istituto di studi federalisti Altiero Spinelli e scrittore, ha detto: “Sono trenta anni che frequento Ventotene. Mi chiedo se i 70 milioni di euro possano bastare non soltanto per la messa in sicurezza, la ristrutturazione e la valorizzazione ma anche per gestire l’aspetto logistico delle visite a Santo Stefano, vista la morfologia dell’isola e la consistenza del terreno, e propongo anche di valorizzare la storia dell’ergastolo di Santo Stefano, creando un hub culturale di studi con sede a Ventotene”. Su questo, il Commissario Costa ha detto: “Il progetto non puรฒ che essere filosoficamente integrato tra le due isole, anche perchรฉ il Comune รจ unico. Ma per lavorare davvero su Ventotene si dovrร  chiedere un altro tipo di finanziamento, eย io mi sto giร  muovendo in questa direzione, perchรฉ i 70 milioni sono destinati al recupero dell’ex carcere di Santo Stefano”.

Franco Corleone, ora consulente scientifico della Conferenza dei Garanti dei diritti dei detenuti, ha aggiunto: “Abbiamo avuto in Italia alcuni recuperi importanti come quello del carcere di Saluzzo, ma abbiamo anche luoghi come la Villa Ambrogiana, un tempo manicomio giudiziario fiorentino, che รจ un recupero pericolosamente fermo. Credo che questo progetto sia molto ambizioso e secondo me bisogna pensare a Santo Stefano ma anche a Ventotene”. Anche lui immagina per questo luogo un centro di elaborazione e di studio sull’evoluzione della pena carceria e ha ricordato: “Moro, due anni prima di essere trucidato, ai suoi studenti faceva lezioni contro la pena di morte e contro lโ€™ergastolo”.

La registrazione dell’incontro su YouTube

Giulia Ciancaglini

Author: Giulia

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